lunedì 2 novembre 2009

L'Università come Wall Street


[it.peacereporter.net] Gli atenei privati statunitensi non conoscono crisi e continuano a elargire stipendi milionari ai propri rettori.

Sono precisamente ventitrè i governatori universitari che hanno superato la barriera del milione di dollari percepito nell’anno fiscale 2007-2008.
Considerando solo lo spettro delle principali Università di ricerca della nazione oggetto di censimento la media degli stipendi annuali per l’anno in esame è di 627,750 dollari. Ciò è quanto rivelato dal Chronicle, prestigioso giornale degli atenei statunitensi, nel suo consueto rapporto annuale sulle retribuzioni nel campo universitario. Fuori media statistica è il fisico Shirley Ann Jackson (in foto) presidentessa del Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, New York, che si attesta come testa di serie numero uno fra i paperoni dei college avendo dichiarato al fisco statunitense ben 1,598,247 dollari. Subito dietro, l'ex direttrice della Commissione federale di regolamentazione nucleare, si piazzano David J. Sargent della Suffolk University di Boston con un reddito di 1,496,593 dollari e Seadman Upham dell’Università di Tulsa sul terzo gradino del podio con 1,485,275 dollari.

L'esempio di Wall Street. Non è passato neanche un anno, era il 4 febbraio scorso, da quando il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva denunciato i bonus dei top manager di Wall Strett come “il massimo dell’irresponsabilità” nei confronti dei contribuenti statunitensi. Allora sotto esame c’erano i fondi pubblici destinati al salvataggio delle aziende a rischio crack le quali, però, continuavano ad elargire somme da capogiro ai propri Ceo. Per prevenire l’onta dello spreco durante la crisi il presidente aveva ufficializzato la decisione di porre un tetto di 500mila dollari agli stipendi dei funzionari delle sette aziende risollevate grazie agli aiuti federali stanziati da Washington – ma non ancora restituiti - : Aig, Bank of America, Citigroup, General Motors, Gmac, Chrysler, Chrysler Financial. Lo scorso 22 ottobre il presidente è tornato sull’argomento definendo gli introiti e i bonus percepiti dai funzionari aziendali come “offese ai nostri valori”. Il dato positivo è stato che Obama ha pronunciato quelle parole proprio nel momento in cui il procuratore Kennet Feinberg, noto come lo “zar degli stipendi”, stava annunciando un taglio del 50% a tutte le maxi-retribuzioni.

Gli stipendi crescono... Bisognerà aspettare ancora un anno per sapere se l’ammonimento dei democratici a Wall Street abbia o meno inciso sulla voce “stipendi” dei bilanci universitari. Per ora il trend di incremento delle paghe sembra non conoscere soluzione di continuità attestandosi ad un più 5.5 percento rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente. Oltre i ventitrè rettori milionari, il rapporto delChronicle ha rivelato che 110 funzionari universitari hanno guadagnato oltre i 500mila dollari. Il dato rimane sorprendente anche se si allarga il campione dell’inchiesta e si considerano oltre i top college di ricerca anche le altre Università private. Su 419 istituti oggetto di rilevazione la media degli stipendi dei rettori è stata di 358,746 dollari, il 6.5 percento in più rispetto all’anno precedente. Negli ultimi cinque anni, e al netto dell’inflazione, l’aumento è stato del 14 percento.
Secondo Jeffrey Selingo, direttore del Chronicle, l’ingenza di tali salari è dovuta al fatto che “questo è il mercato ed è sempre più difficile trovare persone all’altezza di questi compiti. E 'importante ricordare – ha aggiunto Selingo - che questi pacchetti a pagamento sono stati fissati prima della crisi economica iniziata lo scorso autunno. Da allora molti rettori hanno tagliato il loro stipendio per finanziare le borse di studio”.

...le tasse universitarie pure. Non si sa ancora se questa mossa d’onestà dei rettori gioverà alle tasche degli studenti. L’unico dato di fatto attualmente inconfutabile è che alla frenata autoimposta sui propri onorari dai signori dell’educazione universitaria privata, è corrisposto un proporzionale aumento delle rette d’iscrizione. Il rapporto ha evidenziato che in 58 Università private le spese annuali a carico dello studente hanno superato, in cinque anni, la quota di 50mila dollari fra tasse scolastiche, libri, vitto e alloggio, che equivale all’11 percento rispetto all’anno scorso e al 19.6 percento medio in cinque anni, al netto dell’inflazione.

Antonio Marafioti

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