Sull'inaugurazione dell'anno accademico 11 novembre 2009
Oggi in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2009/2010, abbiamo voluto esprimere il nostro dissenso nei confronti della politica che l'ateneo sta portando avanti negli ultimi anni. Dopo aver partecipato a un'assemblea di lavoratori e precari del Politecnico, in cui si è discusso principalmente dei problemi dei precari della ricerca, abbiamo deciso di prender parte a modo nostro all'inaugurazione. Una cerimonia a cui sono stati invitati politici, militari e rappresentanti di aziende private, ma non studenti, lavoratori e precari!
Il nostro ingresso è stato impedito in modo violento dalle forze dell'ordine, schierate davanti alle porte dell'aula magna. A dare man forte alla DIGOS è stata chiamata anche la celere, fino a quel momento chiusa nelle quattro camionette parcheggiate davanti al Politecnico. Un clima surreale: un'università assediata dalle forze dell'ordine, con transenne che impedivano di accedere al cortile, trasformato per l'occasione in parcheggio per le auto blu dei signori in toga e in pelliccia. Negli ultimi mesi questa è la terza volta che il rettore autorizza l'ingresso della polizia al Politecnico, e questo dimostra che stiamo andando incontro ad un'università sempre più chiusa e militarizzata, in cui non c'è possibilità di dialogo, ma solo di obbedienza.
Non per gentile concessione del prorettore Gilli, ma con l'astuzia siamo entrati dal retro, portando rumorosamente le nostre critiche e richieste, interrompendo l'inaugurazione blindata, formale e fatta di velleità, disturbando per una decina di minuti la corte al servizio dei signori. La generale indifferenza in cui è caduto il nostro intervento, con tanti ospiti illustri che abbandonavano la sala per evitare le contestazioni, dimostra ancora una volta la volontà di non considerare ed escludere gli studenti da qualsiasi processo decisionale all'interno dell'ateneo.
Vogliamo un sapere libero, non in mano alle aziende. Per questo continueremo a ribadire con tutta la nostra voce che il modello aziendale di università non ci piace, che dare in mano ai privati la guida degli atenei è la morte dell'istruzione pubblica. La cultura legata ad interessi privati seguirà le stesse logiche di mercato che stanno distruggendo la nostra società.
Col.Po – Collettivo Politecnico
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