mercoledì 13 gennaio 2010

Torino No Tav in assemblea: 250/300 persone a Palazzo Nuovo


[www.infoaut.org] Alla fine dei conti la campagna di denigrazione contro il movimento NoTav messa in atto dai media locali sembrerebbe aver ottenuto un effetto boomerang. L'aula 36 di Palazzo Nuovo era strapiena di gente convolata all'assemblea cittadina per cercare di capire collettivamente quale percorso costruire dentro l'area metropolitana di realizzazione dei sondaggi.

Moltissimi gli interventi succedutisi per più di 2 ore, tutti estremamente sereni e consapevoli della 'lunga durata' su cui si gioca la battaglia contro l'Alta velocità. Ed esce subito, assunta dall'assemblea, un primo appuntamento in città: sabato 16 gennaio una marcia NoTav lungo i siti previsti sulla dorsale di corso Marche. L'appuntamento è per tutt* alle h 14.30 in piazza Massaua. Portare quante più bandiere NoTav possibile.

vedi anche: 
 
Il volantino di presentazione dell'assemblea dell'Onda Anomala: 
 
CON LA VALLE CHE RESISTE…
ANCHE L’ONDA E’ NO TAV!

Come già nel 2005, il movimento no tav e il movimento universitario esprimono la volontà di tornare ad incontrarsi ed intersecarsi. Un’intesa naturale quella tra i no tav e l’Onda, che nasce dalla stessa volontà di difesa dei beni comuni e dall’opposizione al malgoverno della cosa pubblica. Un’intesa che si basa sulla stessa determinazione, quella di chi non cerca un privilegio, ma con il proprio impegno difende il suo oggi e il domani di tanti altri. Ospitare a Palazzo Nuovo l’Assemblea no Tav di oggi vuol dire tante cose. Innanzitutto, da sempre siamo convinti che l’università sia uno spazio pubblico, aperto alle istanze della società, alle lotte che essa produce, che deve e può essere cassa di risonanza e punto di incontro per chi, e basta leggere i giornali di questi giorni per rendersene conto, spesso viene rappresentato in maniera falsata e steoreotipata. D’altra parte, il ruolo strategico nel campo della produzione e diffusione delle conoscenze, dei saperi e delle tecnologie, nonché la sua centralità indiscutibile nella formazione delle persone, fanno dell’università un luogo fondamentale per lo sviluppo di un approccio critico rispetto all’esistente, per la messa in discussione della presunta neutralità della scienza, per la valorizzazione della cultura del dubbio, per lo sviluppo di forme di dibattito collettivo, per la sperimentazione di pratiche di resistenza e di produzione di nuovi linguaggi. E proprio sul tema del sapere, sul suo uso e sui rapporti di produzione e trasmissione di esso, il movimento dell’Onda a lungo si è interrogato, nei seminari di autoformazione così come nelle assemblee nazionali.

Nelle valli della Val Susa, nel corso degli anni, abbiamo incontrato una popolazione ribelle, e in quella popolazione ci siamo riconosciuti. Nelle pratiche di assedio e resistenza alle trivelle riviviamo lo spirito delle manifestazioni dello scorso autunno; nei presidi, nella pratica dell’assemblea permanente, dei comitati di lotta popolare, riecheggia l’esperienza delle occupazioni delle università, dei collettivi di facoltà, dei tanti momenti di confronto assembleare. Sui terreni liberati della Valle come nei seminari autogestiti si sono sperimentate nuove forme di socialità, nuove forme di saperi, linguaggi altri del conflitto. Il fare comune, la solidarietà, il mutuo soccorso, la resistenza, la convinzione, l’audacia, la convinzione sono le caratteristiche di un popolo che non si tira indietro, che non rientra più nei ranghi del quieto vivere e dei tempi migliori. Ma agisce, facendosi forza collettiva.

Come universitarie e universitari non staremo a guardare passivamente ciò che succede a pochi chilometri da noi, né in Val di Susa, né tanto meno a Torino. Perché sentiamo che questa battaglia ci riguarda, tutti e tutte, ci appartiene. Nelle pratiche, nei contenuti, nello spirito, nella passione.

Perché abbiamo solo da imparare dalla tenacia, dalla costanza, dalla sapienza di un movimento che da quasi vent’anni si batte contro un progetto che oltre che dannoso risulta essere, come i tanti studi condotti anche da docenti del Politecnico di Torino nel corso degli anni, anche inutile ed economicamente svantaggioso. Movimento che, nonostante i toni trionfalistici di questi giorni da parte dei media, di fatto finora è riuscito ad impedire qualsiasi effettivo inizio dei lavori della TAV.

Perché la “gente della val di Susa”, con la sua umiltà, la sua passione, i suoi tanti volti, le sue tradizioni, la sua forza, ha la capacità di trasmettere ancora dei valori, delle istanze, delle speranze, dei bi-sogni di cui non vogliamo fare a meno, anzi, vogliamo raccogliere e farne tesoro, per questa come per le lotte che verranno.

Onda Anomala Torino

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