venerdì 22 gennaio 2010

Documento dell'assemblea nazionale degli studenti medi di Torino


Nei giorni 9 e 10 gennaio si è tenuta a Torino, presso il csoa Askatasuna, l'assemblea nazionale degli studenti medi.


Nella prima giornata le diverse delegazioni di studenti presenti si sono riunite in un'assemblea plenaria durante la quale ha avuto luogo un confronto sulle diverse pratiche di mobilitazione attuate durante il trascorso autunno, a partire da una prima analisi della riforma Gelmini, del ddl Aprea e dell'attuale crisi economica e politica italiana ed europea, temi che sono andati ad introdurre una seconda giornata di tavoli di lavoro seguiti da un'ultima assemblea di chiusura.

Per prima cosa l’assemblea ha ritenuto essenziale partire dal contesto storico nel quale gli ultimi provvedimenti scolastici si inseriscono a partire dalla legge dell'autonomia scolastica introdotta da Berlinguer alla fine degli anni '90, con la quale si dava inizio ad una sempre più marcata concorrenzialità tra i diversi istituti superiori, e che apriva la strada alle riforme successive. Dal 2001 ad oggi, con i ministri Moratti, Fioroni e Gelmini abbiamo visto un accentuarsi dell'entità dei tagli ai fondi destinati all'istruzione pubblica (in particolare per quanto riguarda medie superiori e università), parallelamente ad un’ aziendalizzazione degli istituti e una gerarchizzazione del corpo insegnanti che, diviso in diverse fasce (tra le quali vi è una differenza salariale fino al 30%), trova in cima alla piramide un dirigente scolastico con funzioni di amministratore delegato.

Questo accentramento di potere in particolare nelle mani del preside vede la sua realizzazione nel ruolo di disciplinamento della forza lavoro che la scuola ha assunto negli ultimi decenni. È facile infatti rendersi conto di come la formazione degli studenti sia sempre più messa in secondo piano rispetto al desiderio dei docenti di tenerci immobilizzati nella normale routine scolastica, con minacce di sospensione o di bocciatura con il cinque in condotta, nel caso in cui dimostriamo la volontà di esprimere una voce critica.
A questo punto si rende però necessario ragionare sull'ambivalenza contraddittoria della scuola che, se da una parte tende ad essere il recinto di riproduzione di una forza lavoro docile e addomesticata, già proiettata verso una vita di precarietà al momento dell'entrata sul mercato del lavoro, dall'altra parte si ritrova ad essere un bacino di soggettività in grado di riprodurre sapere critico. Ne consegue quindi la necessità di riappropriarsi di quegli spazi fisici e di tempo necessari, all'interno delle scuole, per produrre conflittualità e organizzare la lotta, creando diversi momenti assembleari sia a livello d'istituto che cittadino.

L’analisi sul movimento dell’onda anomala, che nell’ambito degli studenti medi ha avuto la sua nascita e il suo apice nell’autunno dell’anno passato, ha riportato da ogni città riscontri simili. Infatti quel movimento che si presentava come una grande anomalia spontanea, accompagnata dalle speranze del potere di una sua caduta repentina quanto lo era stata la sua ascesa, è riuscito a radicare una soggettività intimamente antagonista che si è poi realizzata nell' ”onda perfetta” al g8 dell’università di Torino e nella mobilitazione di quest’ anno. Proprio quest’ultimo autunno ha dimostrato come gli studenti medi siano stati in grado di dare continuità al movimento, con numeri sicuramente inferiori a quelli passati, ma con determinazione e capacità messe in campo più consapevoli.

Questo salto qualitativo è stato determinato non solo dalla capacità di cogliere i diversi aspetti della riforma Gelmini, ma di inserirla nell'attuale stato di crisi economica e del welfare italiano andando a rilanciare, a seconda delle necessità territoriali, diverse campagne per la riappropriazione di tutti quei diritti e bisogni che ogni giorno vediamo via via come sempre più inaccessibili e dei quali dovremmo invece poter usufruire liberamente. Partendo dal diritto ad un sapere libero, senza dover incorrere ogni anno in spese proibitive per acquistare i libri di scuola, passando per i mezzi pubblici, fino ad arrivare a ciò che riguarda il tempo al di fuori dello studio: abbiamo pagato tanto, ora ci riprendiamo tutto quello che ci spetta senza mezze misure né trattative. In particolare, l’assemblea torinese ha individuato nella data del 20 febbraio un'altra giornata di mobilitazione nazionale sulla riappropriazione.

Altro argomento trattato dai tavoli di lavoro è stato il clima di repressione sempre più marcata con la quale dobbiamo fare i conti tutti i giorni, incarnata dai presidi all'interno degli istituti e dalle varie questure in piazza. Nei rapporti con queste ultime si è delineata soprattutto la volontà di muoversi con una risposta a “muso duro”, comune a tutto il territorio nazionale, che contrasti apertamente le intenzioni della digos di “cercare amici” tra il movimento, e che chiarisca alle guardie l’impossibilità per loro di trovare spazi di complicità con i militanti.

L’ultimo punto trattato dall’assemblea è stato la coscienza antifascista che ovunque caratterizza gli studenti: in tutta Italia infatti ci si oppone fermamente ai fascisti, per le strade, nelle scuole, nelle università, impedendo loro con ogni mezzo, di uscire allo scoperto. Nonostante media e forze dell'ordine vadano puntualmente a schierarsi in difesa di neofascisti e razzisti, accusando la violenza del movimento, tutte le realtà continuano ad assumere l’antifascismo militante come una battaglia importante su cui è importante spendere le proprie energie.
L’assemblea ha deciso di fornire il movimento di uno strumento di confronto costante per garantirne una continuità progettuale: a breve sarà ondine un sito sul quale verranno riportate tutte le varie iniziative sul territorio nazionale.

Assemblea nazionale studenti medi
Torino, 9 e 10 gennaio 2010

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