Oggi è una giornata importante… per la Val di Susa e per il movimento No Tav in primis, ma anche per tutte quelle persone che, qui come altrove, testardamente ancora lottano per riprendere in mano il presente e il futuro, proprio e di tanti altr*. E oggi non potevamo non essere qui, a fianco di queste persone fiere e umili, che con la loro passione, la loro tenacia e intelligenza da vent’anni si oppongono alla costruzione di un’opera inutile e dannosa. Il fare comune, la solidarietà, il mutuo soccorso, la resistenza, la convinzione, l’audacia, sono le caratteristiche di un popolo che non si tira indietro, che non rientra più nei ranghi del quieto vivere e dei tempi migliori. Ma agisce, facendosi forza collettiva.
Come universitarie e universitari non siamo stati né staremo a guardare passivamente ciò che succede a pochi chilometri da noi. Perché sentiamo che questa battaglia ci riguarda, tutti e tutte, ci appartiene. Nelle pratiche, nei contenuti e nello spirito. È un’intesa naturale, quella tra i No Tav e l’Onda, che nasce dalla stessa volontà di difesa dei beni comuni e dall’opposizione al malgoverno della cosa pubblica e che è espressione degli stessi bi-sogni.
In Val di Susa, nel corso degli anni, abbiamo incontrato una popolazione ribelle, e in quella popolazione ci siamo riconosciuti. Nelle pratiche di assedio e resistenza alle trivelle riviviamo lo spirito delle nostre manifestazioni; nei presidi, nella pratica dell’assemblea permanente, dei comitati di lotta popolare, riecheggia l’esperienza delle occupazioni delle università, dei collettivi di facoltà, dei tanti momenti di confronto assembleare. Sui terreni liberati della Valle come nei seminari autogestiti si sono sperimentate nuove forme di socialità, nuove forme di saperi, linguaggi altri del conflitto.
Essere no tav significa salvaguardare il percorso di autorganizzazione sociale e di lotta popolare che ha fatto tremare i potenti, che ancora oggi, nonostante le tante parole, non riescono ad averla vinta. Parole, solo parole, finora. Scritte sui giornali o dette ai tg, mai come oggi menzogneri e schierati. Neanche questo oscurantismo mediatico, alternato ad un assordante silenzio (vedi fiaccolata di domenica scorsa a Bruzolo) è riuscito a fermare il movimento, che da solo, con i propri canali, le proprie risorse, con il semplice passaparola in poco più di una settimana è riuscito a portare migliaia e migliaia di persone in piazza. Oggi per qualcuno era una scommessa. Ma non per tutti. Non per chi vive questa valle e questa lotta dal di dentro, da anni. Non per chi è questa lotta e sa qual è la posta in gioco.
E allora contateci oggi! Ma contateci e guardateci bene! Perché dietro ad un movimento come quello No Tav ci sono persone, volti, sguardi, paure e speranze. Ci sono nasi rossi e mani gelate dal freddo, ma c’è forza, solidarietà, fare comune, passione, resistenza.
Noi non perderemo neanche tempo a contare voi domani, rinchiusi in una sala del Lingotto. Avete già perso. Qui i sogni, lì gli interessi. Qui le persone, lì le marionette. Qui la partecipazione, lì la burocrazia. Al silenzio mediatico continueremo a rispondere con il rumore dei bastoni sui guardrails. Alle menzogne (Chiamparino a Radio anch’io mercoledì mattina ha dichiarato che nel 2005 la polizia non ha picchiato nessuno!) con la forza delle nostre ragioni. A sarà dura, questo è sicuro, ma resisteremo sempre un minuto in più di voi!
NO TAV! NO SONDAGGI!
Onda Anomala Torino
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